
È passato un anno da quando i nostri telegiornali parlavano di un virus che si stava espandendo per tutta la Cina, creando scompiglio e riempiendoci di punti interrogativi.
Ci sentivamo al sicuro perché stava succedendo dall’altra parte del mondo, non ne sapevamo molto e non potevamo renderci conto che di lì a poco le nostre vite sarebbero in parte cambiate.
È stato come un lampo nel cielo, in un attimo ce lo siamo ritrovato da noi, ogni giorno sempre più vicino, le notizie aumentavano e ci mettevano in ansia.
Abbiamo cominciato a mantenere le distanze tra di noi, con i nostri cari, con le persone che ci erano più vicine.
Abbiamo guardato negli occhi persone sconosciute scorgendo in loro il terrore di poter fare un movimento sbagliato, uno di quei movimenti che ci sono sempre apparsi naturali come ad esempio stringere la mano ad un’altra persona, ma è stato fondamentale dover fare questo sforzo perché bisognava conviverci con questo virus.
Abbiamo dovuto rinunciare ad abbracci e baci il giorno del nostro compleanno, agli auguri di Natale e ad altre festività.
La nostra vita sociale si è ridotta ai minimi termini rendendo tutte le attività, che prima erano normali, una vera e propria utopia.
A distanza di un anno guardo un film in TV e l’assenza di mascherine tra i protagonisti mi pare una cosa ormai dimenticata – gli assembramenti di una scena in un locale o nel centro di una città sembrano solo fantascienza (e non mi riferisco al genere del film).
C’è chi si sta portando dietro le conseguenze di questo anno così anomalo che davvero pare la trama di un film, ma che invece non lo è.
C’è chi ha sofferto tanto, chi meno, chi ha perso i propri cari e chi ha trovato persone nuove.
Speriamo che sia l’anno della rinascita in cui si potrà abbracciare chi ha sofferto tanto sia a livello emotivo che psicologico e tornare (con i giusti tempi richiesti) a vivere la vita!
Con la speranza che sia un anno migliore del precedente, buon inizio 2021!
Ianne
Foto di Myriams-Fotos da Pixabay