E’ ora di finirla con la demonizzazione dei siti industriali nella Valle del Sacco.
Di tutte le cose sconvolgenti che Natalia ha dichiarato nell’intervista rilasciata ad Alessio Porcu, questa frase inquieta e fa paura. La Valle del Sacco, la terra dei fuochi alle porte di Roma, per definizione uno dei luoghi più contaminati d’Italia, intossicata per decenni dall’inquinamento industriale, dagli sversamenti, dalle discariche abusive e dagli interramenti di rifiuti tossici, a quanto dice il Sindaco, verrà risanata da qualche piantina di canapa sulle rive del fiume. Sindaco, come fa a dichiarare che le industrie, che per decenni hanno avvelenato il territorio, saranno la chiave per il rilancio della nostra città? Chi Le ha dato la certezza che Anagni voglia tornare ad essere “capitale industriale”? Dopo il boom di cui Lei parla ne abbiamo subito un altro nostro malgrado, terribile e spaventoso, che ha flagellato gran parte delle famiglie residenti sul territorio: il boom delle patologie oncologiche. Questo è un mostro con cui nessuno vorrebbe avere a che fare e Lei non può permettersi di presentare le fabbriche come panacea di tutti i mali; è immorale che Lei tenti di irretire i cittadini con rosei miraggi di posti di lavoro, chiedendo in cambio il bene più prezioso: la salute o addirittura la vita. A fronte di tutto quello che è accaduto nel corso degli anni, come fa ora a chiederci di non demonizzare ulteriori investimenti proprio nel settore industriale? Con quale faccia Lei dichiara che ha analizzato i dati? Sulla base di quali competenze Lei trova il coraggio di mettere da parte anni di studi e di ricerche, grazie ai quali si è ampiamente dimostrato che viviamo in un territorio gravemente compromesso per lo più dall’attività industriale?
Stia sereno, caro Sindaco, qui nessuno vuole fare polemica ma abbiamo tutti la facoltà di poterLe rivolgere delle domande per capire quale futuro, insieme alla sua squadra, sta progettando per Anagni;
inoltre, ognuno di noi ha il sacrosanto diritto di rivolgerLe delle critiche su quanto (di assurdo, improponibile ed irripetibile) Lei ha dichiarato. Sindaco, si chiama democrazia.
Ricorda i contenuti del Suo programma elettorale? Era tutto incentrato su un rilancio della città come centro turistico: dove sono finiti quei buoni propositi? Forse è più semplice promettere soluzioni immediate che non richiedono particolari qualifiche, piuttosto che investire sulla sua gente, puntando sulla formazione, sul sostegno al settore enogastronomico, sul rilancio del comparto turistico?
Anagni ha bisogno di una classe politica lungimirante e preparata, in grado di far fruttare il capitale umano, la millenaria storia della città, le sue tradizioni, i suoi meravigliosi monumenti, la sua fantastica cucina e non ha certo necessità che qualcuno spunti come i funghi, approfittando delle difficoltà oggettive della situazione COVID, per promettere ulteriori ciminiere. Le Sue proposte, Sindaco, hanno poco di green; sembrano più i calcoli a tavolino di chi, quando la barca affonda, vuole aprire il forziere e si vuole dividere il bottino, non importa se sulla pelle degli altri naufraghi: se ci stiamo sbagliando ci dia dati, numeri, strategie; ci spieghi l’effettiva progettualità e come ha intenzione di risollevare le sorti di questo territorio.
Siamo preoccupati, signor Sindaco, turismo da una parte, industrie dall’altra…perché questo potrebbe significare: fabbriche, inquinamento, tumori, morte. Poco importa se l’inquinamento sia dovuto ad emissioni o a sversamenti nel terreno: le fabbriche, così come Lei ce le ha prospettate nel suo veemente intervento, sembrerebbero i complessi produttivi tradizionali ed un’elevata concentrazione industriale rispetto ad un’estensione territoriale ristretta fa male alla salute di tutti gli abitanti. L’equazione è immediata.
Non ci faccia temere possibili confusioni schizofreniche perchè noi, umanamente, Le vogliamo bene, quindi ci spieghi: come si può passare da promesse di grandi investimenti sul turismo al rilancio del polo industriale anagnino?
Ci rivolgiamo, quindi, all’amico Daniele:
che sta succedendo?
Cosa ci può essere di più prezioso della salute di ogni nostro concittadino?
Quale esperto potrà mai sottoscrivere che le fabbriche non inquinino?
Forse uno che ha preso la laurea a punti nel fustino del detersivo…ma per piacere, Daniele, torna tra noi comuni mortali e comincia a fare proposte serie: se non ti viene in mente niente, basta che rileggi il tuo programma elettorale!
Dovremmo credere che il tuo cuore sia pieno di Anagni ma tu saresti disposto a promettere onorevolmente che noi cittadini non saremo devastati dal cancro?