Leggendo tra le notizie locali ci è balzato agli occhi un recente deplorevole episodio che ci invita ad una serie di riflessioni.
Ci riferiamo all’atto vandalico commesso dal “cittadino” che ha divelto i dissuasori di parcheggio installati a porta San Francesco perché, a suo dire, gli “impedivano di parcheggiare sotto casa”. Il fatto è giustamente nelle mani dei Carabinieri ma questo evento ci porta a mettere su carta una serie di quesiti che noi di cittatrepuntozero ci poniamo da tempo.
Si tratta in realtà di due semplici domande:
- Dov’è il senso civico di alcuni nostri concittadini?
- Dove sono i controlli per far rispettare a chi senso civico non ha la “res publica” e le sue regole?
Per quanto concerne il primo punto c’è poco da dire perché l’evidenza dei fatti è purtroppo sotto gli occhi di ciascuno di noi: cartacce per strada, vasi di piante usati come portarifiuti e riempiti di cicche, bicchieri di carta vuoti frutto delle consumazioni da asporto, deiezioni di cani, macchine parcheggiate lungo il corso, corso che la mattina diventa un autodromo mentre i cittadini si recano al lavoro o accompagnano i figli a scuola.
Sul secondo punto invece si potrebbe parlare e scrivere per ore.
Prima di tutto sull’ educazione della cittadinanza al rispetto della cosa pubblica: se penso di poter divellere degli arredi urbani è perché sono convinto che sia un mio diritto il parcheggio sotto casa e, per ignoranza delle regole o prepotenza, mi arrogo il diritto di farlo.
Se getto cicche e bicchieri di carta ovunque senza cercare un cestino della spazzatura – non sono tantissimi ma ci sono – è perché non mi pongo nemmeno il problema del rispetto della città in cui vivo e dei suoi cittadini.
Se parcheggio lungo la via perché “gli ausiliari del traffico le multe fuori dalle strisce non le possono fare” è perché credo di essere furbo e nessuno mi ha mai salatamente sanzionato facendomi cambiare idea.
Dunque, anche in questo caso “ piccolo piccolo”, il problema è tanto grande ed è “la certezza del diritto”: se faccio una cosa che è proibita dalla legge o dai regolamenti devo pagarne le conseguenze; se non ci arrivo per buon senso devo arrivarci mettendo mano alla tasca. Non sarebbe opportuno attuare una campagna di dissuasione mandando, e spesso, la polizia municipale in giro per fare multe? Sei fuori posto? Prima ti multo poi ti avviso e non viceversa.
Inoltre perché lasciare la possibilità di percorrere tutta via Vittorio Emanuele da porta Santa Maria a Porta Cerere? Qualcuno pensa che, essendo più breve il tragitto, sia “conveniente” passare per il centro e non per le circonvallazioni. Basterebbe ripristinare i vecchi sensi di marcia (da porta Cerere a Largo Zegretti e da porta Santa Maria al medesimo Largo) per disincentivare parte del traffico veicolare lungo il centro storico. Quando Cicerone parlava della cosa pubblica la definiva “cosa di popolo”: Est igitur res publica res populi. Tutto ciò che non è strettamente mio appartiene al noi e questo fatto chiama in causa responsabilità più complesse, poiché ci impone di pensare al plurale nelle nostre azioni sia di prevenzione sia sanzionatorie: se dilagano indifferenza o impunità il noi ne sarà distrutto lasciandoci sempre più soli.