Le luminarie sono opportune in tempo di Covid? È necessario spendere 79000 euro per le luci natalizie? 79000!
Non sarebbe stato doveroso destinare questi soldi – veramente tanti soldi – alle famiglie bisognose? Le condizioni di difficoltà in cui versano tanti concittadini dovrebbero far riflettere che sono ben altre le necessità cui far fronte per “dare speranza e portare serenità”.
Prima di tutto la salute delle persone e il sostegno di cui necessitano, così come è sancito dalla Carta Costituzionale all’articolo 3, comma 2: “è compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che […] impediscono il pieno sviluppo della persona umana”; ancor più incisivamente all’articolo 32, comma 1: “la Repubblica tutela la salute […] e garantisce cure gratuite agli indigenti”.
Noi ci chiediamo come mai ad Anagni il Sindaco e la sua maggioranza non abbiano approvato una variazione di bilancio per stornare i fondi previsti per gli addobbi natalizi, scegliendo così di aiutare chi è stato colpito da Covid-19?
Chi parla a nome dell’amministrazione afferma che già sono stati erogati fondi per il sostegno alle attività commerciali ed altre iniziative di aiuto sono in programma. Sappiamo che circa 170000 euro sono stati stanziati per le piccole attività ed altri 40000 sono in cantiere. I soldi spesi per le luminarie corrispondono a circa il 40% del totale dei sussidi: un dato che parla tristemente da sé. Si sarebbe potuto pensare, ad esempio, ad una convenzione con una ditta di ambulanze private o con delle associazioni: ci attendono mesi duri e molti sono i concittadini che non stanno lavorando.
I positivi ad Anagni aumentano, la situazione nel Lazio è complessa. L’alto numero di contagi, sia sul territorio regionale sia su quello locale, ha costretto diversi municipi a ridimensionare gli eventi in vista del Natale. Attualmente non è possibile prevedere l’evolversi epidemiologico; alla luce dei DPCM in vigore, è probabile che non sarà un Natale di passeggiate ed incontri in piazza, sotto le luci degli addobbi più appariscenti. È il buon senso ad imporlo nonché i costanti appelli dei tecnici, degli scienziati, dei medici: i nostri ospedali sono in affanno.
Contemporaneamente ci sono tanti ragazzi che meriterebbero il sostegno dell’Amministrazione comunale: più che di un Sindaco social, abbiamo bisogno di maggiore vicinanza sociale. La città illuminata è bella ma quest’anno qualche riflessione in più merita di essere fatta. Gli addobbi natalizi in questo momento non rilanciano l’economia locale e non porteranno ad un incremento turistico, visto che è sconsigliato – se non addirittura vietato – spostarsi per motivi non essenziali.
Invece di inserirci nelle polemiche, vorremmo cercare di stimolare una riflessione pubblica sul perché sia stata fatta una scelta a dir poco inappropriata.
La domanda da fare è questa: cosa è necessario e cosa è futile?
Fanno sorridere i modi di esprimersi dell’amministrazione, i quali ricordano in qualche modo le scaramucce bambinesche, sia nei contenuti sia nella forma: “abbiamo semplicemente usato per le illuminazioni i soldi previsti per i mercatini” – come se non esistesse la possibilità di cambiare una decisione, se necessario.
Questo Natale – caro Sindaco, cari Assessori, cari Consiglieri – andate a casa dei nostri concittadini più in difficoltà, guardate come trascorre il Natale chi non ha soldi per pagare ai propri figli i giga che servono per la DAD; andate a casa di chi sceglie se pagare l’acqua o la luce; da chi non accende i riscaldamenti; da chi sceglie se fare la spesa o farsi una lastra; da chi non sa se avrà ancora un lavoro. Portate loro la speranza. A quel punto – fidatevi! – non avremmo nulla da eccepire e potremmo credere alle parole di uno dei nostri Consiglieri di maggioranza: “dare speranza, creare in città, nonostante tutto, il clima natalizio e portare un po’ di serenità”.
Per quel “nonostante tutto” potete fare molto.