Le opinioni (senza peli sulla lingua) di Mattia Tombolini CEO di Momoedizioni
Ieri se semo visti “The Ferragnez”… questa la mia “recensione” (è venuta lunghetta)
The Merdagnez
Ieri sera, come talvolta accade, ci siamo trovati io e lei ancora una volta a domandarci: «E vabbè, quindi stasera che ci vediamo in tv?»
Gira e rigira, clicca e riclicca sulla freccetta dei vari canali netflix, disney e prime che alla fine più clicchi più non sai che vedere. Mando qualche messaggio «datemi qualcosa da vedé» ma siccome non arrivano risposte ecco che accade questa cosa: la freccetta dello scorrimento passa davanti più volte alla serie The Ferragnez che sinceramente non avevo nemmeno mai preso in considerazione.
Non so perché io&lei ci siamo detti, vabbè dai, proviamoci a guardarlo, anche solo per capire meglio il fenomeno. Eh vabbè dai, proviamoci: «Magari ci facciamo due risate».
Non siamo riusciti a superare la terza puntata (e non ci siamo fatti due risate). Quello che segue è un giudizio basato solo sulle prime tre puntate ma – a meno che non voglio farmi venire un’ulcera o peggio – preferisco non continuare a vedere il programma.
La serie inizia con questi due, Fedez e Ferragni, che sono a fare analisi di coppia e iniziano, come tutte le coppie, a dirsi quello che non funziona l’uno dell’altro. Ovviamente sono di fronte alle telecamere, cosa a cui sia loro che suo figlio (e tutti quelli che gli girano intorno) sono totalmente abituati. Si tratta forse di una sorta di recitazione e i loro comportamenti sono continuamente condizionati dalle telecamere? Oppure è una roba alla Truman show ma consapevole, un grande fratello «ricercato»? Insomma non so a cosa somiglia sta roba ma è così: queste persone sono costantemente circondate da telecamere, ma questo lo sappiamo tutti.
Chi sono questi due?
La serie può essere il momento per sapere e vedere finalmente cosa c’è sotto, per vedere per esempio da quali famiglie provengono oppure cosa fanno durante la giornata.
Sono due persone «arrivate», che hanno soldi, successo, salute e si costruiscono questa famiglia.
Lei è imprenditrice e modella, influencer, è una sempre «sul pezzo».
Lui «rapper/cantante» (le virgolette sono d’obbligo), imprenditore e poi fa «quella cosa» di fare programmi online e televisivi che non so come si chiama (fa er coglione insomma).
Più passa il tempo e più sono sconvolto dal fatto migliaia di persone aspirano a questa roba, aspirano alla vita che fanno questi due. Essi sono avvolti e circondati da cose inutili, da quantità di vestiti, mobili, oggetti – cose cose cose cose – talmente «vuoti» da dover fare una serie dove parlano di sé stessi.
Una serie nella quale si mettono alla mercé del mondo. Talmente ti è rimasto poco da dare che devi vendere anche questa roba, come si chiama «pornoemotività»? o una cosa del genere, mi pare.
Mettono in mostra la loro relazione e quella con questo bambino – di cui tutto il modo parla, Leone – che oggettivamente non può che fare tenerezza.
Ma vediamo cosa fanno realmente questi due:
Fedez, imprenditore:
- la sua impresa si occupa di fare consulenza per le banche (o una cosa del genere, non si capisce bene).
- i suoi programmi si occupano di parlare di cazzate.
- il suo rap. Ecco: lui nello studio di registrazione con 10 persone che si occupano delle sue canzoni, che gli dicono di rifare il ritornello 40 volte, di farlo più “rap”. Che lavorano tutti sui testi e alla fine confezionano questo prodotto musicale da lanciare sul mercato. Mai si è vista una roba più asettica, più fuori contesto, più senza anima e triste per il rap. Non dico che bisogna stare per strada e fumare crack per fare rap oggi, ma ecco se almeno parlasse della vita quotidiana che fa forse potrebbe anche avere un senso, ma così è un’altra cosa.
In questi tre ambiti quindi direi che il nostro Fedez si occupa fondamentalmente di produrre merda.
Ferragni, imprenditrice:
- la sua azienda produce oggettistica varia, quaderni, matite cose cose cose che fondamentalmente cosa hanno di particolare? Il suo brand. Ma sono cose identiche al resto. Ci sono le linee più economiche e quelle più costose. Per classi diverse, immagino.
- Il suo lavoro da modella serve a pubblicizzare i grandi marchi che tutti conoscono e idem quello da influencer.
Risultato: anche lei, nella maggior parte del tempo si occupa di produrre merda.
Ed è proprio questo il grande merito di questa serie: essa mette in risalto la merda con la ferma convinzione che sta mettendo in risalto l’oro. Essa cioè svela – senza volerlo – la merda.
Questo Olimpo che tutti cercano è fatto di cose cose cose – e di relazioni identiche a quelle che può avere una qualsiasi coppia con le proprie relative famiglie. Insomma la conferma (ennesima) di un modello che conosciamo ma che – portato sì all’estremo e messo in mostra a tutti – viene fatto passare con un modello a cui aspirare solo perché qui girano tanti tanti soldi.
È tutto qua.
Ne viene fuori la storia di una coppia di persone esistenzialmente devastate: una compulsiva iperattiva maniaca del controllo; e l’altro – che sembra più umano – che si lascia andare a un po’ di «depressione» ogni tanto (per fortuna!).
A questo punto arriva il tipico fan o la persona X che ti ricorda di quante belle iniziative di beneficenza o di solidarietà hanno fatto i Ferragnez, tanto da prendersi i riconoscimenti istituzionali. Ebbene sì, anche nell’Olimpo si hanno talora degli «scompensi esistenziali» e quando si produce merda nel 90% del tempo – al di là del tipo di coscienza che si ha – questa roba a un certo punto, evidentemente, pesa e così ci si mette a fare la campagna di solidarietà. Magari durante il lockdown in cui gli altri impegni sono sospesi e si può comunque far parlare di sé, oppure mettendosi uno smalto e sposando una battaglia per i diritti molto comoda e tutto sommato non troppo rischiosa.
Eppure non ho solo provato molta rabbia e ingiustizia a vedere questa serie (sì perché c’è anche un problema di classe grosso quanto una casa ma vabbé) ma ho sentito in fondo una profonda pena.
Pena per questa coppia di ragazzi che sembra vivere dentro un carcere fatto di tanti brillocchi e tanta pomposità. Persone che potrebbero essere brillanti ma intrappolati nella scelta di produrre merda e partecipare alla merda. Persone che nella furia distruttiva capitalismo – che sta tutt’intorno – non vedono alcun problema.
L’apice delle tre puntate si raggiunge a Natale – quando lei vuole chetato venga fatto come si deve (dal gioco a carte con gli amici alla cena di pesce) – nel momento in cui si esce fuori dalla villa, ed ecco che nevica.
Ma la neve è finta, è schiuma da barba e serve a fare qualche foto nella bellissima villa del lago di Como, dove la famiglia ha di tutto (una pista sul ghiaccio). Una villa da viversi da soli o con le famiglie.
La solitudine della ricchezza: portano il figlio a fare capoeira e lui si trova da solo con il maestro e i suoi genitori e non sa se vuole farla, oppure no. La capoeira è l’esatto contrario, è una festa di persone che canta, suona e si muove in una lotta mascherata da ballo che gli schiavi inventarono per ribellarsi ai loro padroni.
Oggi due – che sono diventati una forma di padroni – portano il loro figlioletto, che per carità non ha colpe, a fare una lezione privata da un maestro di capoeira, ovviamente bianco.
Insomma i Ferragnez non stanno meglio di noi, stanno una merda.
Se vivi per fare merda, se porti avanti un mondo di merda alla fine stai una merda.
foto di Lukas_Rychvalsky da pixabay