
Nessuno crede più che gli istituti di credito possano svolgere una funzione sociale. I crolli finanziari del Novecento e del nuovo millennio sono lì a sostenere questa convinzione. Un periodo meno funesto fu quello che seguì alla separazione delle banche d’Affari dagli Istituti di credito, grazie alle direttive Roosevelt. Poi Clinton rimise tutto a posto e da lì crisi finanziarie.
Ogni cittadino è convinto di essere vessato dal sistema bancario, non si può dargli torto.
La condizione del sistema politico economico attuale ha determinato un abnorme distacco generazionale. L’attuale generazione sta sopravvivendo grazie allo status di disponibilità dei relativi ascendenti. In parole povere viene assistita dalla famiglia di origine, sia per la dimora che per l’integrazione di magri salari. La generazione che comprende l’età dell’infanzia non avrà nessuna possibilità, se non quella di alimentare una vasta area di plebe.
Il Sistema bancario, che raccoglie depositi finanziari dei cittadini e riceve denaro dalla banca centrale è nella sua fase critica. O genera economia e supporta progetti ed iniziative o crolla anch’essa. Gli istituti bancari hanno preferito rischiare su processi speculativi sine materia atti solo ad arricchire i padroni del vapore. Adesso devono rischiare su idee e progetti e supportare la società civile.
Le Imprese sociali sono una opportunità. Distinguerei due filoni di attività:
- Le imprese sociali di tipo cooperativo che svolgono attività dove il flusso di ricavo è monodirezionale. Cioè si avvale di convenzioni con la parte pubblica che riversa capitale per il servizio reso. Questa è una attività produttiva classica di sussidiarietà dove il pubblico si avvale del servizio della cooperativa. Questo aspetto lineare del processo determina precipuamente 1) occupazione degli operatori e 2) servizio reso all’utenza. L’utenza riceve il servizio ma non genera a sua volta un processo di autodeterminazione. Se l’azione si rivolge al bene pubblico si tratta di manutenzione se invece si rivolge all’essere umano allora sorge il problema. Vale a dire che il soggetto, spesso nella area del disagio o della disabilità rimane marginalizzato e si trova in una condizione di assistenzialismo. Ci troviamo di fronte ad un sistema di improduttività in area di marginalizzazione con mera soddisfazione dei bisogni primari.
- Le imprese sociali che invece si avvalgono di un a progettualità inclusiva prevedono che il supporto finanziario sia proveniente direttamente dall’area privata sia in senso stretto sia in senso istituzionale. Per istituzionale si intende quella quota di capitale investito da grandi o medie società di interesse nazionale ( Enti produttori di energia, Poli universitari, Enti di ricerca, Comitati nazionali dello sport, Industria…). Questo determina un abbattimento dei costi per la spesa pubblica e produce nuove attività di lavoro inserito in una rete di sistemi.
Trattiamo, pertanto, questo ultimo aspetto (b) caro al Progetto della Certosa Inclusiva. Una impresa sociale i questo tipo apre un Sistema di Produttività Sociale che genera due aspetti
Diretti

Indiretti

Si configura il passaggio da una Economia (spesa) di Sostegno ad una Economia Attiva. Questo determina la ripresa della scalata delle classi sociali, maggior cultura, maggiore presa di coscienza e maggior partecipazione. In questo contesto come, prevede il Progetto della Certosa inclusiva, convergono centri di ricerca universitari e del CNR sulla innovazione, sulla scienza dell’alimentazione, sulla indagine sociale dell’Inclusività e società civile.
Come si inserisce il sistema bancario?
La Banca deve fare la Banca, cioè deve finanziare queste iniziative. Ne ha la capacità, ne possiede l’organizzazione e ne trae beneficio immediato attraverso la cartolarizzazione del credito attraverso i cosiddetti Social Bond che vengono offerti anche ai piccoli investitori. E’ dimostrato che il piccolo investitore predilige questo tipo di investimento perché ne ravvede l’utilità sociale e l’azione partecipativa. I fondi bancari provenienti da disposizioni centrali europee verso la Banca hanno costo zero. La restituzione del finanziamento a tali progetti, che vedono la partecipazione di organismi nazionali e locali è garantita come è garantito che il Progetto Certosa Inclusiva diverrà bene totale della municipalità alla scadenza della concessione redatta sul contratto di convenzione con il Comune di Roma. Un bene per tutti e una road map per creare sviluppo partendo da un problema sociale. E’ questo il modo per cui una Banca possa svolgere una funzione Sociale
S.F.