
Sociologa e Criminologa
Il gioco d’azzardo ha assunto dimensioni rilevanti anche nel nostro Paese e ciò ha portato a riflettere sul rischio per molti soggetti di una vera e propria dipendenza comportamentale, con gravi disagi per la persona, non solo per l’incapacità di controllare il proprio comportamento di gioco ma anche di poter compromettere l’equilibrio familiare, lavorativo e finanziario, fino all’indebitamento o all’assoggettamento a tassi usurai presso la criminalità organizzata: come sottolineato dalla Direzione nazionale antimafia, in questo settore la criminalità organizzata ha effettuato ingenti investimenti anche con riferimento alle attività legali. In Italia, i giocatori problematici sarebbero 400 mila, in leggera crescita sul 2016.
Lo evidenzia la Relazione 2018 sul fenomeno delle dipendenze nel Lazio del dipartimento di Epidemiologia del Servizio sanitario regionale, che raccoglie i dati raccolti dal Sistema Informativo Regionale Dipendenze (Sird). Il trend di medio periodo però è preoccupante: in dieci anni il numero è aumentato di quattro volte. Nel 2018 nel Lazio, sono 691 le persone trattate per il disturbo da gioco d’azzardo, di cui 680 (98%) presso i servizi pubblici (SerD.) I pazienti in carico ai (SerD) del Lazio per disturbo da gioco d’azzardo sono in costante aumento negli ultimi 5 anni e in particolare nel 2018 sono più del doppio di quelli registrati nel 2014. Il divieto di pubblicità relativa a giochi d’azzardo e scommesse contenuto nel “decreto dignità” rappresenta senz’altro un primo passo concreto verso la prevenzione del gioco d’azzardo patologico.
La prevenzione e la cura del gioco d’azzardo patologico necessitano di una politica solida; è responsabilità di quest’ultima promuovere una cultura della prevenzione, che faciliti la promozione di azioni concrete a tutti i livelli con opportune iniziative di sensibilizzazione e formazione rivolte alle varie realtà coinvolte: politici e amministratori, forze dell’ordine, operatori sanitari e lavoratori impiegati nell’industria del gioco. Non si può però pretendere di delegare ogni sforzo solamente alle istituzioni. Il problema da combattere è il gioco patologico. La realtà del gioco d’azzardo sano è enorme, non possiamo permetterci di sottrarla al controllo dello Stato per relegarla all’illegalità.
Dottoressa Wilma Ciocci Sociologa e Criminologa